I luoghi e le tradizioni
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aprile
Lato Sud Lato Ovest Lato Est Lato Nord
DESCRIZIONE ESTERNO
La chiesa, piccolo gioiello dello stile barocco settecentesco, è inserita nel cuore del centro storico di Lumezzane San Sebastiano, lungo il vecchio asse principale che collegava Sarezzo a Lumezzane San Apollonio. Questo tratto di arteria, comprendente Via Mazzini e Via Roma, conserva tuttora i caratteri medievali originari, connotati da un andamento tortuoso a sezione irregolare.
Il paramento murario che denota la presenza del sacro edificio all’interno
della maglia urbana è piuttosto anonimo, e la generale semplicità
non lascia intuire la ricchezza dell’interno. La compattezza della
costruzione è ravvivata quasi esclusivamente da un motivo definito
da riquadri diversamente proporzionati, incassati rispetto al profilo
esterno e resi evidenti da una piatta cornice a spessore costante.
In corrispondenza del braccio di transetto a Nord è addossata
un’area privata, delimitata da muri a vento, che impedisce l’ispezione
completa della costruzione.
LATO SUD
Su questo lato insistono: la facciata del Settecento con il suo ampio
sagrato; il corpo della navata aggiunto alla fine dell’Ottocento;
il volume relativo alla sagrestia.
La facciata settecentesca è divisa in tre registri da due cornicioni.
Nel centro del registro inferiore è collocato il portale d’ingresso
sormontato da un frontone spezzato fortemente aggettante, tanto da ospitare,
nel mezzo, un corpo lapideo decorativo. Questo è costituito da
un basamento rastremato verso l’alto, raccordato da volute ad
esse e sostenente una palla schiacciata posta al di sotto della scritta
sul muro D.O.M., “Dominio Optimo Maximo”. La cornice del
portale è semplicissima: due piccole rosette a rilievo sono poste
ai lati dell’architrave a due tenie, di cui la superiore reca
incisi i dati relativi all’inaugurazione della chiesa: V: KALENDAS.
MAII. MDCCXXII, il 27 aprile 1722.
Il registro intermedio sembra ridursi in larghezza a motivo di due volute
ad “esse” poste lateralmente, ma è evidente la presenza
di un piano murario arretrato che coincide con l’ampiezza del
registro inferiore. Al centro si apre una finestra, semplicemente vetrata,
in asse con il portale sottostante.
L’attico, effettivamente ridotto nelle dimensioni, conclude il
prospetto con una copertura a capanna. Al di sotto del colmo del tetto,
sovrastato da una leggiadra croce di ferro, sono ancora percepibili
i segni della presenza di un orologio meccanico.
La massa muraria a destra della facciata, relativa alla navata, ha il
corpo inferiore piuttosto compatto, mentre quello superiore, acquista
dinamismo per via dei possenti contrafforti che provvedono alla controspinta
delle ampie volte interne, scandendo le pareti finestrate per dare luce
all’interno.
Il sagrato è sopraelevato rispetto alla strada, con dislivelli
diversi derivanti dalla presenza di quest’ultima. Da Via Mazzini
si giunge al sagrato salendo 12 gradini, mentre dall’angolo Via
Roma, Via Veneto si accede tramite scalinata “cardinalizia”
costituita da tre gradini. Una ricca balaustra, coronata da parapetto,
conclude lo spazio.
LATO EST
Facciata dell’Ottocento. Molto essenziale, priva di oggetti, quasi
da sembrare “nuda” rispetto all’altra: semplici riquadri
incassati; profilo di copertura a capanna; portale architravato delineato
da semplice modanatura classica; finestrone istoriato in asse col portale
sottostante. Sopra l’architrave, una lapide commemora la conclusione
dei lavori di ampliamento avvenuta nel 1895. Il nuovo sagrato, a causa
della scarsità dell’area risultante tra edificio e strada,
si riduce ad uno spazio angusto, delimitato da un freddo ed anonimo
muro, che progressivamente restringe lo spazio fino a chiuderlo, verso
settentrione, contro la parete la facciata stessa.
Osservando il lato destro si può notare lo svettante campanile,
incorporato alla chiesa accanto al braccio del transetto. La porzione
conclusiva del suo volume è alleggerita da quattro ampie monofore,
una su ciascun lato, attraverso le quali si intravedono le campane.
Subito sotto è visibile un orologio, privo dell’apparato
meccanico ed inserito in una cornice riquadrata, contornato da due cerchi
distanziati, a rilievo, che contengono numeri romani incisi.
Riteniamo che lo stile sobrio caratterizzante questa facciata sia derivato
dal gusto del tempo ma, probabilmente, anche dalla volontà del
progettista di non voler offuscare, e soprattutto corrompere, il carattere
dell’edificio originale.
Elisabetta Bonomini-Antonietta D’Annunzio-Alessia Saleri