I luoghi e le tradizioni
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febbraio
DOCUMENTI
Nel calendario romano erano stabilite tre date fisse sulle quali ci
si regolava per contare tutti gli altri giorni:
Kalendae, il giorno della luna nuova, il primo giorno del mese
nonae, il primo quarto di luna, il giorno 5
idus, il giorno della luna piena, il giorno 13
Nei mesi di marzo, maggio, luglio e ottobre, però, le none e
le idi cadevano due giorni dopo, cioè il 7 ed il 15. Ad eccezione
del giorno precedente e del giorno seguente una delle tre date fisse,
i giorni si esprimevano col numero ordinale prendendo come riferimento
la prima data fissa successiva, includendo nel calcolo il giorno di
partenza e quello di arrivo.
Quindi, se non si trattò di una forma volgarizzata, e se non si seguì un criterio approssimativo e/o scorretto (cosa possibile, vista la forma impropria della parola Maii, che dovrebbe essere Maius o Maia), nel nostro caso V:Kalendas Maii. MDCCXXII risulta significare:27 aprile 1722.
(cfr. A. Ghiselli, G. Concialini, il libro di latino, Laterza 1984, pp. 418,421).
Un documento che inorgoglisce e rende onore alla popolazione sansebastianese!
Il Cittadino di Brescia, 5 maggio 1896, numero 102
Dalla nostra Provincia
Per la fabbrica di una Chiesa
Un amico ci scrive:
Mi sono recato dietro cortese invito di quell’ottimo Parroco sig.
Don Teodosio Roveglia, a visitare la nuova chiesa di San Sebastiano
a Lumezzane costruita quasi ex novo essendosi ampliata e modificata
l’antica su disegno del valente architetto Melchiotti. Io che
avevo veduto nello scorso anno il principio della fabbrica, fui davvero
sorpreso nel constatare ciò che si è fatto in un periodo
relativamente così breve.
Che bella impressione fa ora quel grazioso tempio. Sono veri miracoli
della fede di un popolo pio e laborioso, le cui prestazioni gratuite
sono degne d’ogni encomio.
Non vi citerò il trasporto dal luogo dello scavo alla chiesa
di più che 200 metri cubi di sabbia, opera delle sole donne ch’io
vidi l’anno scorso in lunga processione discendere dai monti grondanti
di sudore sotto il peso di quei pesanti sacchi. Che dire della raccolta
in denaro? In meno di due anni ben dodici mila lire, si sono raccolte,
e, notate, in una popolazione di sole 1100 anime.
Anche l’organo viene rimesso a nuovo. Sia lode a quel Rev. Parroco,
anima di tutta l’impresa; lode ai maggiorenti del paese, a tutto
il popolo che concorse con tanto slancio ad iniziare un’opera
d’arte cristiana che ne tramanderà ai posteri, benedetta,
la memoria.
Fonte: Emeroteca della Biblioteca Queriniana di Brescia
In questo secondo documento si legge come durante i restauri degli anni
venti di questo secolo gli artisti si ispirarono, “con sapiente
emulazione”, allo stile barocco del seicento. L’intenzione
fu anche quella di sostituire tutte le vetrate delle finestre con vetri
istoriati, ma ne venne cambiata soltanto una.
Il Cittadino di Brescia, 4 dicembre 1921
I restauri della Parrocchiale, Volere è potere, dice il proverbio,
ed è quello che si può riscontrare nella parrocchia di
Lumezzane San Sebastiano, dove, per la cura intelligente di questo Rev.
Arciprete, Don Teodosio Roveglia, e la cooperazione generosa dei parrocchiani,
si è posto mano, in questi tempi critici, al restauro della chiesa.
I lavori, iniziati da oltre un anno, ed affidati ai provetti e valenti
artisti, sigg. Giovanni Martinetti di Milano per gli stucchi in rilievo
e Gio. Cavalleri di Bergamo, per gli affreschi, promettono di riuscire
un’opera veramente insigne. Gli artisti, con sapiente emulazione,
sanno elevarsi al di sopra delle solite maniere mercenarie, ottenendo
colla loro arte coscienziosa effetti insperati. Persino certi difetti
di linea, che si notavano prima del restauro, sono ora scomparsi, e
l’insieme si presenta di una grazia e ricchezza veramente meravigliosa.
Poco conforme alle stile seicentesco, a cui si ispirano gli artisti,
appare invece un campione di lesena a stucco lucido, a cui sarebbe preferibile
la scanalatura, ma indubbiamente è da ritenersi si seguirà
questo criterio, onde il lavoro riesca in ogni sua parte ben coordinato.
A compimento poi del restauro, ai vetri comuni attuali si intendono
sostituire gli istoriati, e questo, con fine intendimento chiesastico
e ben armonizzante col progetto in corso. Riuscirà il tutto,
se ben continuato e compiuto, una opera sontuosa, che tornerà
di grande onore a quanti vi contribuiscono con l’opera, col denaro,
col consiglio. E dal Lumezzane San Sebastiano tutto questo avverrà
certamente, perché la buona volontà, che è il coefficiente
migliore, non difetta.
Fonte: Emeroteca della Biblioteca Queriniana di Brescia.