LE FORMAZIONI GEOLITOLOGICHE

Il terreno su cui Lumezzane sorge appartiene al periodo triassico, quando le alture si elevarono nell'età mesozoica, corrispondente al secondo periodo di assestamento della superficie terrestre.

La valle di Lumezzane è incisa in rocce sedimentarie, prodotto del consolidamento di sedimenti deposti dall'acqua di fiumi, laghi, mari, dal vento e dai ghiacciai.
La valle di Lumezzane era ampia, a fondo piatto, sul quale poi un impetuoso torrente, il Gobbia che dà il nome alla valle, specie in prossimità del versante sinistro, ha agito in profondità sul terreno morenico e poi sui terreni sottostanti, dando alla valle la forma attuale, più stretta dove vi erano calcari e calcari marnosi, e più ampia e con versanti meno ripidi dove il torrente si trovò ad attraversare terreni di argille e di marne.
Incontrata una grande frana, il Gobbia ha vagato spostando il suo alveo sulla destra e alternando periodi di prevalente erosione ad altri di prevalente deposito e ha accumulato alluvioni ghiaiose, rimaste poi sepolte dai detriti franati o comunque scesi dal versante sinistro.
L'intervento dell'uomo, con discariche ed opere murarie, ha costretto il torrente a portarsi tutto a sinistra, confinandolo nel suo alveo attuale.

Il terreno di Lumezzane è composto di dolomie, calcari, arenarie e marne.
Sono principalmente sedimentarie stratificate, di origine marina, documentata dai fossili di animali marini presenti al loro interno.
Pesci ganoidi sono stati trovati a Lumezzane San Sebastiano e nello scavo di Lumezzane Piatucco; alghe calcaree o giroforelle, quasi a formare scogliere madreporiche, si sono rinvenute nella zona del Monte Prealba.
I fossili hanno permesso di dare un età a queste rocce; risalgono al periodo triassico e la loro età è compresa tra i duecentoquaranta e duecentoventi milioni di anni fa.

 

IDROGRAFIA

Uno tra i più importanti elementi della fortuna industriale di Lumezzane è stata l'acqua che ha permesso di alimentare le officine locali.
Il principale corso d'acqua lumezzanese è il torrente Gobbia che nasce presso il Passo del Cavallo e, ancor prima dalla Valle di Novegno, ha corrente propria e continua.
Il suo regime costante ha permesso il sorgere lungo le sue sponde di numerose officine che sfruttavano l'unica energia disponibile: quella idraulica.
Dopo un percorso tortuoso e ripido, oltre la località Termine si adagia in un percorso relativamente pianeggiante fino a gettarsi nel fiume Mella, nel territorio di Sarezzo, appena a sud della località Crocevia di Lumezzane.
Il suo percorso si può stimare sui km 10. Sulla destra si trovano alcuni torrenti minori: il Novegno, il Marce, il Vezzola, il Brignasca, il Nona e il Bosca.
Sulla sinistra si trovano il Faidana (il più importante dopo il Gobbia, in Val di Fiori) ed il Porcino.
Il territorio è ricco di sorgenti di acqua potabile, elencate nel Regolamento comunale e di numerosi pozzi scavati dalle fabbriche per far fronte ai loro bisogni.
C'è testimonianza di una fonte di acqua minerale a Lumezzane, a poca distanza dal Crocevia, considerata fra le più ricche di zolfo della provincia.
Una nuova sorgente di acqua ottima venne scoperta al Passo Cavallo nel 1981.

 

FLORA
La dolomia che affiora, aspra e frastagliata, impedisce una vegetazione abbondante.
Oltre i mille metri ci sono rari abeti e pini. La vegetazione è molto folta solo sul lato sinistro e sulle pendici dei monti meridionali è particolarmente diffuso il bosco ceduo con castagno, faggio, quercia, noce, nocciolo, olmo, frassino, corniolo e carpino.
Forse la presenza dei numerosi faggi un tempo ha dato il nome alla frazione di Faidana (faggetana, fagitana, fagus-faggio, valle ricca di faggi).
Un tempo era presente a Lumezzane l'allevamento dei bachi da seta, grazie alla presenza dei gelsi, oggi quasi scomparsi.