gennaio

REGESTO

1478 ca. Viene eretta la prima chiesa dedicata a San Sebastiano. Questa è ubicata nei pressi dello slargo posto all’incrocio di Via Martiri della Libertà, già Piazza Vecchia, con Via Monte Grappa, già Via del Fosso.

 

1672 L’architetto Stefano Bianchi esegue il progetto per un nuovo edificio ecclesiastico. Il primo (successivamente venduto e poi demolito) è ritenuto insufficiente per accogliere la crescente popolazione.

 

27/4/1722 La nuova chiesa è terminata. Ha pianta a croce latina ed è orientata Nord Sud, con ingresso a Sud, lungo Via Mazzini, già Via Fontana di Sopra, nel punto dove ha inizio Via Roma, già Via di San Sebastiano. La fiancata è adiacente Via Veneto, già Via della Chiesa. All’interno sono eretti tre altari, dedicati ai Santi San Sebastiano e Fabiano (in marmo), alla Madonna (in legno) e a San Luca (in marmo).

 

1756 Viene eretto l’altare dedicato a San Gaetano, quindi quello dedicato a San Bartolomeo. In seguito, l’altare della Madonna muta la dedicazione con quella di “altare della Beata Vergine del Carmine”.

 

1886 Il parroco Don Francesco Ringhini pensa che sarebbe il caso di ingrandire la chiesa perché “troppo ristretta per il numero delle persone”. L’idea inizia a prendere corpo, ma la morte stroncherà il sacerdote prima di poterne cogliere i frutti. Lo stesso Don Ringhini, tra il 1883 ed il 1891 (periodo del suo ministero), dota la chiesa dell’apparato della Quarant’ore e delle nuove campane.

Chiesa vecchia di Lumezzane San SebastianoChiesa vecchia di Lumezzane San Sebastiano.

1895 Su disegno dell’architetto Carlo Melchiotti il sacro edificio viene parzialmente demolito, quindi ampliato nel giro di pochi mesi. Della precedente costruzione sono conservati la facciata principale, parte del coro e del presbiterio.

 

13/9/1896 Il Vescovo Corna benedice la nuova chiesa. Essa è disposta su un asse opposto al precedente, con ingresso rivolto a est. L’interno è ornato da sei altari che a partire dal presbiterio, in senso orario, sono così disposti: l’altare maggiore, dedicato ai santi San Sebastiano e Fabiano; l’altare della Madonna di Lourdes, collocato nella zona che precedentemente ospitava l’altare maggiore; l’altare di San Gaetano, l’altare delle Sante, l’altare di San Luca e l’altare di San Bartolomeo, inseriti nelle cappelle omonime disposte ai lati della navata. Per l’occasione viene rimesso a nuovo l’organo già in dotazione.

 

Inizi ‘900 Il tempio viene ulteriormente corredato da: un pulpito eseguito nella bottega dei Poisa di Brescia; balaustre (poi sostituite); due cantorie che saranno apposte lungo le fiancate del presbiterio; confessionali in abete; parecchie statue di santi (alcune disperse ed altre collocate nella nuova parrocchiale); formelle in bassorilievo della Via Crucis.

 

1910 Sullo sperone murario tra la cappella di San Bartolomeo ed il transetto viene sistemata una lapide dedicata a Don Giovanni Battista Bossini, il “Beat Curadì” (1734, 1810).

 

1920 L’artista milanese Giovanni Martinetti, in collaborazione con Gaetano Ghidini di Coccaglio, impreziosisce al chiesa con stucchi figurativi a rilievo, sistemati sulle ghiere e sugli intradossi delle arcate, sulle volte e sui paramenti murari laterali della navata. Il pittore Giovanni Cavalleri, coadiuvato dal figlio Gino, esegue gli affreschi sulle volte, sugli intradossi degli archi e sulle controfacciate degli ingressi. Gaetano Ghidini esegue nuove balaustre che sostituiscono quelle esistenti.

 

1922 Nel coro del presbiterio vengono sistemati sedili con schienali in legno, eseguiti presso l’Istituto Artigianelli di Brescia e donati dal Cav. Bortolo Saleri. La finestra sopra il nuovo portale viene resa più bella da una vetrata istoriata, con i Santi Sebastiano e Fabiano, prodotta dalla Ditta Angelo Conter di Brescia. La “maistrina”, Maria Seneci, dona la mensa per l’altare di San Bartolomeo che, nell’occasione, viene dedicato anche al Sacro Cuore di Gesù.

 

1924 Secondo alcune fonti, il parroco don Roveglia acquista dai Padri Francescani della Verna un organo, usato ma in buono stato, opera del toscano Onofrio Bruschi e lo colloca nella cantoria di sinistra. La cantoria di destra rimane utilizzata dai soli cantori.

 

1935 Il Vescovo mons. Tredici, a seguito della visita pastorale, consiglia di trasferire altrove l’organo. Consiglia inoltre di togliere appena possibile la “mastodontica grotta della Madonna di Lourdes” e di pensare seriamente al problema urgente della nuova chiesa parrocchiale. Il parroco è Don Angelo De Giacomi. Nello stesso anno vengono apportati nuovi restauri. Riteniamo si sia trattato della demolizione delle due cantorie nel presbiterio e della costruzione della cantoria oggi esistente, sopra l’antico ingresso. Il vecchio organo viene sostituito, o lo è già stato, con un altro di più recente fattura, opera di due padri francescani della provincia di Sassonia: Baldassarre Schaefers e Giovanni Schoppen. Le pareti laterali del presbiterio, private delle cantorie, vengono arricchite da quattro grandi affreschi, di autore ignoto, dentro cornici a stucco. Queste raffigurano: Il sacrificio di Isacco; La raccolta della manna nel deserto; La conversione di Saulo; Mosè che fa scaturire l’acqua dalla roccia.

 

1941 Sono firmati gli atti notarili di acquisizione alla parrocchia del terreno per la costruzione di un centro religioso che nelle dimensioni sia più consono ai bisogni dell’accresciuto numero di laici.

 

1953 Viene avviata la costruzione della nuova chiesa.

 

1957 Sotto al direzione pastorale di Mons. Giovanni Battista Masneri la grande Parrocchiale è ultimata. Pian piano la vecchia chiesa, per lungo tempo fulcro della religiosità dei sansebastianesi, viene sempre meno impiegata.

 

anni ’70 L’edificio è quasi in stato di abbandono. L’incuria e l’inutilizzazione sono la causa di numerosi danni provocati da infiltrazioni d’acqua nella copertura: il deterioramento degli affreschi sulle pareti esposte a nord e lo scollamento di numerosi stucchi decorativi.

 

1978-1979 Per interesse del parroco Mons. Silvio Perini, onde evitare danni irrimediabili, sono eseguiti i restauri relativi al rifacimento delle coperture marcescenti. I vecchi coppi restano apposti sopra all’altare della Beata Vergine di Lourdes e sopra il campanile. La parte restante dell’edificio viene ricoperta con tegole marsigliesi.

 

1980-1988 Nonostante la riabilitazione strutturale apportata, la chiesa rimane chiusa al culto. Raramente vi sono celebrate funzioni. Occasionalmente diviene sede di manifestazioni culturali.

 

1989 L’edificio è oggetto di nuovi interventi conservativi per via del degrado generato dall’umidità. Viene risistemato in talune parti il tetto. Il busto inserito nel pennacchio di nord-ovest, in precaria stabilità, viene rimosso e conservato. Si procede anche allo strappo dei grandi affreschi nel presbiterio, che dopo un sommario ripristino cromatico sono collocati nel transetto della nuova Parrocchiale.

 

1993 Grazie al parroco Don Giulio Gatteri la vecchia chiesa di San Sebastiano inizia a far rivivere il proprio “genius loci”. Un luogo che riacquista lustro e dignità anche per le amorevoli cure dei custodi Pierino Gnutti e Maria Cavagna, ai matrimoni che vi vengono celebrati, al Santo Rosario recitato durante tutto il mese mariano, alla Santa Messa del sabato officiata da aprile ad ottobre, alla cerimonia solenne dell’11 febbraio per festeggiare l’apparizione della Madonna di Lourdes.

 

Antonietta D’Annunzio-Marco Palladino