Le montagne di Lumezzane
La Corna del Sonclino, m. 1352, è situata su quelle non troppo alte montagne sovrastanti Lumezzane, raggiungibili anche d'inverno lungo vari itinerari ben segnalati da parte dei volonterosi soci del Gel (Gruppo Escursionisti Lumezzane).
Con la macchina si arriva in Val Gobbia e raggiunte
le prime frazioni di Lumezzane, si sale in alto per pervenire alla frazione
di Pieve, m 494; continuando verso sinistra si passa
a fianco della Pieve di S.Giovanni Battista e per una strada recentemente
tracciata, che con lunghi tornanti si alza sul fianco della valle, s'arriva
in un ampio piazzale nelle vicinanze del Santuario di S.Bernardo,
a circa 800 metri d’altezza, dove si parcheggia la macchina.
Si prosegue sulla stradina di sinistra, col segnavia 362, che, quasi
piana, si dirige verso il Dosso delle Poffe Solive, con panorama sulla
bassa Valtrompia
ed il monte Palosso, m.1158.
Sorpassata una valletta, la stradina cessa al confine fra i comuni
di Lumezzane e Sarezzo,
nei pressi di una villetta. A sinistra si stacca un sentiero, sempre
ben evidente, che dopo una breve discesa si fa piano, passa accanto
ad una santella con statua della Madonna col Bambino e proseguendo a
mezza costa, con accanto qualche roccetta, si porta vicino alla val
Redocla, assecondando le pendici occidentali della punta
Sendrai (m 1049). Di fronte, poco oltre il torrente, in un
prato c'è la malga di Murra (m 875), posta sul sentiero che da
Sarezzo porta al Santuario di S. Emiliano, m 1102.
Si attraversa il torrente e proseguendo ora sulla sinistra della valle,
si lascia sulla destra la malga Grassi, raggiungendo
la forcella di Vandeno m. 952 (ore 0.45), nei pressi
di un prefabbricato, con bella vista sulla sottostante valle di Vandeno,
l'altipiano di Caregno, m 1002 ed il monte Guglielmo, m 1948
in Valle
Trompia.
Lasciato a sinistra il sentiero 360 diretto al Santuario di S.Emiliano
ed a nord il sentiero 361 che scende nella valle di Vandeno,
si continua col 362 che si alza ripido a destra, passando accanto ad
un altro prefabbricato, per poi traversare alla testata della valle,
stando poco sotto il crinale, e raggiungere una forcelletta, posta fra
le due valli di Vandeno e Redocla, avendo di fronte grossi roccioni.
Il sentiero scorre ora sul versante Vandeno, con vista retrospettiva
verso Marcheno, Magno d'Inzino, il Santuario, m 1102 ed il monte S.
Emiliano, m.1191, per raggiungere un baitello sul quale è murata
una lapide a ricordo della lotta partigiana del 1943/45.
Il sentiero sale ad un’altra forcelletta, dove nuovamente si riporta
sul versante della Val
Gobbia e con brevi dislivelli, traversando alla testata della valle,
arriva al casotto del Buco, dove una lapide ricorda
il cap. Giuseppe Gheda (Bruno) medaglia l’oro al valor partigiano,
vice comandante della brigata Garibaldi, qui caduto combattendo contro
soverchianti forze nazi-fasciste.
Si continua sul sentiero più alto che monta su un dosso roccioso
per poi traversare in modica salita, passare poco sotto due caratteristici
denti rocciosi, circuire un casotto e dopo un tornante, raggiungere
la punta dei quattro comuni, sboccando poi sul sentiero 3V Silvano Cinelli,
di cui va ora seguita a destra la segnalazione bianco-azzurra,
Passati dallo stabile del Sonclino, dove un’altra
lapide ricorda la lotta partigiana, con una breve salita si è
sulla Corna del Sonclino m.1352 punto più alto
di questo percorso, dove un vastissimo panorama comprende le creste
a nord di Lodrino, con il monte Inferni, m.1368, al Corna di Caspai,
m.1391, il monte Palo m.1436; la testata della Val Trompia dal monte
Muffetto m.2060 al Dosso Alto m.2064 ed alla Corna Blacca m.2005, e
verso est, oltre i monti delle Giudicarie, la lunga cresta del monte
Baldo; in basso Alone m.649 posto sul fondo della val di Meruzzo.
Si continua sul pianoro sommitale verso la chiesetta degli Alpini al
campo del Gallo m.1290, inaugurata nel 1978, che ha
all'interno una lapide con i nomi dei partigiani caduti nella battaglia
del Sonclino avvenuta il 19 aprile 1945.
Si prosegue poco sopra un piccolo gruppo di case, si passa accanto ad
un'alta antenna TV e si è al Casello, m.1300
grosso fabbricato dominante la valle di Lumezzane.
La zona è in primavera tutta cosparsa di fiori (genziane, orecchie
d'orso, mughetti, ecc.), che appagano l'occhio dell'escursionista.
Dal Casello si scende a destra sulla sottostante stradina e seguendola
per breve tratto, sempre a destra, si raggiunge un bivio, vicino ad
un verde capanno, dove si scende a sinistra sul sentiero 363, verso
un più basso prefabbricato.
Si attraversa una valletta, si passa per una pozza d'acqua e dopo un
casotto, ci si abbassa a destra nei bosco verso la bella casa di Artecle,
m 1183 (ore 0.25 - 2.10).
Con largo giro sulla valle, dopo un'altra pozza, si passa accanto alla
cascina di Ciocio e stando su un largo costone, ci si abbassa costantemente,
passando per un casotto con roccolo.
Poco dopo, ad un bivio, si segue il sentierino di sinistra che passa
nel rado bosco; uscendone, rapidamente, cala, seguendo una larga china
erbosa, verso l'ormai in vista Santuario di S.Bernardo m 820
(ore 0.50- 3).
Il santuario, che si dice eretto nel 1370, sorge al
limite di un ripiano prativo verso la valle, circondato da vecchi castagni
e carpini.
E’ del tipo a capanna, preceduto da un pronao; nell'interno, quasi
spoglio, una pala con Madonna e S.Bernardo e qualche residuo di vecchi
affreschi nell'abside.
Accanto al santuario un ristoro concede un breve riposo; dal suo muro
esterno si può inoltre gustare un bel panorama sulla sottostante
Lumezzane, un tempo divisa in tante sparse frazioni
ora tutte unite fra di loro.
La vista spazia fino al passo del Cavallo, m.742 separante
la val Gobbia dalla Valsabbia
e verso la cresta Palosso – Conche – Doppo che chiude a
sud la Valgobbia.
Dal santuario si attraversa l’erboso ripiano alberato e passando
accanto ad una sbarra che vieta l’accesso a moto ed automezzi,
si ritorna in pochi minuti al piazzale dov’è stata parcheggiata
la macchina.