I luoghi e le tradizioni
Due fresche sorelle: gorgheggiante una, silenziosa l’altra.
Poco distanti l’una dall’altra, ma con un destino diverso.
Nelle escursioni alla ricerca delle bellezze della Città
di Lumezzane, ci si imbatte in due fontane poco distanti, ma
con una sorte ben diversa l’una dall’altra.
Una, infatti, è più esposta al pubblico e maggiormente
conosciuta, mentre l’altra è situata in un luogo più nascosto.
Le fontane sono nate dalla volontà della stessa persona, il Buccelleni,
rappresentante di un’illustre famiglia del passato, ma mentre una è
sempre circondata da bambini e persone ed ha sempre il marmo lucido,
l’altra è in un angolo dimenticato ma è bella come l’altra.
La fontana più conosciuta si trova nel centro storico, la Pieve,
della parrocchia di San Giovanni Battista.
Vecchie case affiancate a
anacronistici edifici moderni, affiancano la piazzetta dove sorge.
E’ sormontata da un obelisco sulla cui base sono incise queste parole:
"
Per tutti a spese di me. Vincenzo Buccelleni- 7 Luglio 1667".
Ma ora si vuol dedicare maggior attenzione a quella che è situata tra
le vecchie case, nascosta in un cortile, silenziosa ma forse più bella.
E' in un cortile come tanti altri a Lumezzane, ad aspettare
che qualcuno si ricordi di lei.
Vi si accede da un passaggio con il
soffitto a volta. La fontana è sotto una tettoia, addossata al muro.
L’acqua sgorgava da due cannelle metalliche, una esiste ancora, lavorata
a motivi floreali.
E’ sormontata da una nicchia, dove forse si trovava
un’immagine sacra, a protezione del luogo.
Ai lati due piccoli incavi
nel muro: forse per posarvi il necessario per lavare.
Sul muretto della fontana troneggia lo stemma dei Buccelleni.
Dalla fontana ora non sgorga più acqua ed è all’abbandono.
L’usura del tempo è evidente e una delle poche testimonianze artistiche
della Valle Gobbia, esistenti al di fuori delle chiese,
rischia di andare perduto irrimediabilmente.